Al termine della S.Messa celebrata da mons. Edoardo Cerrato, vescovo di Ivrea, è stata aperta la grata che protegge l’urna medievale contenente il corpo di Sant’Agostino. Il Dottore della Chiesa è ora esposto alla venerazione dei fedeli e tale rimarrà fino al termine del pontificale celebrato dal cardinale Versaldi il 28 agosto.
Per mons. Cerrato si è trattato di un gradito ritorno: oltre un quarto di secolo fa, nel XVI centenario della conversione di Sant’Agostino, da responsabile dell’oratorio di Biella era giunto in pellegrinaggio in Basilica con un numeroso gruppo di fedeli. “Torno portando ora la episcopalis sarcina per dirlo con Sant’Agostino.dopo gli anni vissuti a Roma nella Congregazione degli Oratoriani, nella Chiesa Nuova a pochi passi dalla Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio dove riposa santa Monica”.
Il vescovo ha proseguito: “Chiedo ad Agostino di intercedere per me e per tutti i fedeli perché l’Anno della Fede segni il nostro cammino rendendoci capaci di entrare in quella Porta Fidei di cui scriveva Papa Benedetto XVI… La porta fidei e sempre aperta per noi: possiamo oltrepassarla quando la parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare. Attraversare quella porta significa mettersi in cammino tutta la vita”.
Citando l’orazione-colletta dell’Eucarestia, “O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia” ricca di reminiscenze agostiniane, mons. Cerrato ha ribadito: “La salvezza, la realizzazione del disegno di Dio sulla nostra vita e il passaggio attraverso la porta fidei è un’impresa a cui pongono mano “e cielo e terra“. Crea cioè qualcosa di nuovo questo cammino e chi crea e sempre il Signore che non solo ci è venuto incontro e ci ha chiamati ad entrare ma lungo il percorso unisce le menti in un solo volere perché è fondamentale lo scopo del nostro vivere e del nostro operare… Sia la carità a presiedere in ogni scelta e ogni azione. Ecco cosa vuol dire che Dio unisce le menti: nel tralasciare ciò che è effimero, nel badare a ciò che è veramente indispensabile e che in tutto sia la carità a avere il sopravvento”.
Amare e desiderare, due verbi agostiniani. Amare per Agostino è il centro della vita spirituale. La perfezione della vita cristiana consiste nella carità e si misura nella carità. La carità segna il salire nella vita cristiana verso la meta.
Sant’Agostino insegna che l’amore di Dio ci raggiunge per convincere, avvincerci, coinvolgerci, lasciandoci liberi ci raggiunge come un’attrattiva che avvince. Dio non ci obbliga, comanda ma non ci obbliga, ci attrae con il suo amore il suo amore è soavità che parte dalla libertà perché Dio è libero di amarci e ci coinvolge lasciandoci intatti nella nostra libertà.
Il vescovo di Ivrea ha citato le parole di Papa Benedetto pronunciate a Pavia durante la visita Pastorale: “Ecco allora il messaggio che ancora oggi sant’Agostino ripete a tutta la Chiesa e, in particolare, a questa Comunità diocesana che con tanta venerazione custodisce le sue reliquie: l’Amore è l’anima della vita della Chiesa e della sua azione pastorale. L’abbiamo ascoltato stamani nel dialogo tra Gesù e Simon Pietro: “Mi ami tu? … Pasci le mie pecorelle” (cfr Gv 21, 15-17). Solo chi vive nell’esperienza personale dell’amore del Signore è in grado di esercitare il compito di guidare e accompagnare altri nel cammino della sequela di Cristo. Alla scuola di sant’Agostino ripeto questa verità per voi come Vescovo di Roma, mentre, con gioia sempre nuova, la accolgo con voi come cristiano.
Servire Cristo è anzitutto questione d’amore. Cari fratelli e sorelle, la vostra appartenenza alla Chiesa e il vostro apostolato risplendano sempre per la libertà da ogni interesse individuale e per l’adesione senza riserve all’amore di Cristo. I giovani, in particolare, hanno bisogno di ricevere l’annuncio della libertà e della gioia, il cui segreto sta in Cristo. È Lui la risposta più vera all’attesa dei loro cuori inquieti per le tante domande che si portano dentro. Solo in Lui, Parola pronunciata dal Padre per noi, si trova quel connubio di verità e amore in cui è posto il senso pieno della vita. Agostino ha vissuto in prima persona ed esplorato fino in fondo gli interrogativi che l’uomo si porta nel cuore ed ha sondato le capacità che egli ha di aprirsi all’infinito di Dio”.
Ha concluso mons. Cerrato: “Ascoltando queste parole ci viene da dire: Papa Benedetto parlavi di Agostino o parlavi di te? Egli parlava anche di se stesso. Il suo pontificato ha sempre detto che al centro di tutto c’è’ Cristo, le domande nel cuore dell’uomo a cui solo Cristo può rispondere.
Cercando te, mio Dio, io cerco la felicità della vita”.