Il Comitato Pavia Città di Sant’Agostino è nato nel 2006 per sottolineare il legame che la storia ha creato fra la città di Pavia e Sant’Agostino che qui riposa dal sec. VIII. Questo legame è ora sottolineato anche dal logo ufficiale del Comitato, realizzato da Angelisa Leonesio (interartactivity).
Il marchio di forma rettangolare consiste nella dicitura su due linee Comitato Pavia Città di Sant’Agostino in carattere maiuscoletto su sfondo bianco. Le scritte racchiudono i seguenti elementi: disegno grafico desunto e interpretato dalla scena riportata sulla formella marmorea dell’arca, raffigurante il momento saliente della storia dove si celebra l’entrata della salma del Santo nella Città di Pavia. Città con torri e mura, sagoma del Santo portato a braccia da un gruppo (comitato) di personaggi. Evidenti le figure del Re, del Vescovo e dei monaci. I colori istituzionali scelti per il logo sono ottone/oro, rosso carminio, nero e loro negativo . Il logotipo COMITATO PAVIA CITTÀ DI SANT’AGOSTINO è costruito da un’elaborazione del carattere CINZEL, nella versione regular. Il font Cinzel di Natanael Gama è un carattere serif ispirato alle iscrizioni romane del primo secolo e sulla base delle proporzioni classiche.
Luisa Erba, docente dell’Università di Pavia, spiega così la scelta del logo: “L’immagine scelta per il logo del Comitato deriva da una formella dell’arca trecentesca: quella dell’Arrivo delle reliquie di Agostino a Pavia, collocata nel lato corto di destra, cioè quello in cui si concentrano gli episodi di argomento pavese.
Il racconto della formella è articolato sulla sequenza di due azioni: la processione con il corpo del Santo che entra in Pavia e la stessa processione che entra nella chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro. La descrizione delle singole formelle è stata data da Defendente Sacchi, in un fascicolo (L’arca di S. Agostino) pubblicato nel 1832, in occasione della sistemazione dell’arca in Duomo, nella cappella appositamente costruita sull’area dell’attuale transetto destro.
Defendente Sacchi illustra l’arrivo delle reliquie di Sant’Agostino a Pavia con queste parole: «È trasportato da otto frati; gli sostiene la testa un uomo coronato in abito civile; precede la comitiva un laico che alza la croce; s’avviano verso la porta della città che è specialmente distinta perché si vedono cinque torri, delle quali molte ne avevano in Pavia al tempo che si lavorava al monumento».
La scelta per il logo è pertinente alla denominazione del Comitato: Pavia città di Sant’Agostino, perché contiene tutti gli elementi che ne costituiscono l’essenza: ovviamente il Santo; il re longobardo Liutprando che lo ha voluto nella sua capitale; il vescovo, la comunità religiosa e i laici, cioè la cittadinanza intera, che lo accolgono e lo accompagnano; e quindi la città, ben identificata dalle mura e dalle torri, come precisa Defendente Sacchi, ma soprattutto da un monumento riconducibile unicamente all’immagine urbana di Pavia: la torre di Boezio, contornata dalle cariatidi a braccia alzate a sostenere l’ultimo marcapiano. Si tratta, a mio parere, di un dettaglio di grande interesse, non solo perché rende riconoscibile la città in modo inequivocabile, ma anche perché suggerisce un nesso tra Agostino e Severino Boezio, che -come è noto- riposa a sua volta in San Pietro in Ciel d’Oro.
È inoltre declinato il tema dell’accoglienza, evidenziato dall’enfatizzazione della porta della città, che si apre e si dilata per ricevere il Santo (formula utilizzata anche nella sequenza successiva nella raffigurazione della porta della chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro).
Tutto ciò spiega dunque il motivo di una scelta, non astratta ma figurativa: il logo contiene un intero, bellissimo, racconto”.