Cari amici,
l’acqua è il simbolo e il segno che caratterizza le letture della III Domenica di Quaresima. Il brano dell’Esodo racconta del popolo d’Israele che, nel deserto, muore di sete e mormora contro Mosè e contro Dio. Mosè invoca ed il Signore, per mano sua, per la sua fede, fa sgorgare l’acqua dalla roccia.
Il Vangelo di Giovanni presenta l’incontro di Gesù e della donna di Samaria al pozzo di Giacobbe. La Samaritana, donna e straniera, dunque fra gli ultimi nella rilevanza sociale, si rivela a se stessa e a noi nel dialogo col Figlio di Dio che le dice:”Dammi da bere”.
Scrive Agostino: “Ma quella, intendendo in senso materiale, risponde: Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una Samaritana?… Nostro Signore le rispose: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: ” Dammi da bere “, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva. Voleva farle capire che non aveva chiesto quell’acqua a cui lei aveva pensato, ma che aveva sete della sua fede e a lei, che aveva sete, desiderava dare lo Spirito Santo. Questo infatti è il vero senso dell’acqua viva…”
Alla povera offerta umana dell’acqua del pozzo risponde l’offerta dell’acqua viva che genera sorgenti nel cuore di chi ascolta il Signore. La figura della Samaritana è il segno della nostra sete, che ci induce a cercare, qualcosa che ci disseti e riempia i nostri vuoti d’esistenza. E’ il segno della nostra ricerca di Dio, che può partire anche da una infinita distanza, ma che può tradursi, come per quella donna, in incontro, dialogo, scoperta di Dio, in conoscenza del Padre in Spirito e Verità.
E con le parole di Michele:
“ …. Domani
senza attimi da perdere nel gioco
dell’essere, anche tu potrai sentire
la vera sete d’amore e di parola,
assaporare l’acqua di una vita
percorsa da tormenti e troppi affanni.
Sei tu che mi hai amato e mi hai donato
un poco di certezza, che hai colmato
la devastante sete del mio andare.”
Buona domenica
Anna e Marco