Consolate il mio popolo, dice il Signore E’ l’esortazione piena d’amore di un Padre, questa. Il Signore colma le nostre divisioni, acquieta le nostre angosce se solo sappiamo guardare al di là dei nostri conflitti, delle nostre chiusure, del nostro”deserto” e vogliamo alimentare dentro di noi la fiducia. Egli ci è Padre, anche quando non sappiamo o non possiamo credere, anche quando pensiamo di bastare a tutto, e viene incontro con la sua tenerezza alla nostra fragilità.
Le parole di Michele:
“Porto dentro le membra ogni mia pena,
ogni oblio, e le poche mie speranze…
ma la certezza della Tua misericordia.”
si riallacciano con il commento di Agostino: “Dammi i poveri senza speranza, consapevoli della loro miseria; non disperino, credano in Colui che è venuto per tutti…. La voce fu inviata prima perché precedesse la parola; chi è Giovanni? Voce di uno che grida nel deserto. Chi è Cristo? In principio era il Verbo. Chi sei tu, voce? Chi sei tu, uomo? Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua gloria come un fiore del campo: secca l’erba e appassisce il fiore; ma la parola del Signore dura sempre…”
E’ un’immagine potente questa, la voce in un deserto, la voce piena di Dio della penitenza e della contemplazione, la voce “sola” di chi è inascoltato, la voce della fedeltà che diviene testimonianza fino alla fine. Il tempo di Dio si compie oggi per noi in ogni atto d’amore, in ogni scelta di giustizia e di fedeltà, in ogni desiderio di Lui nella speranza di nuovi cieli e terra nuova… nella pace
E ancora Michele
…Grande
la voce di chiunque ci ricordi
un altrove che a tutti doni pace
Buona Domenica
Anna e Marco
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