Cari amici, inizia la Quaresima, il nostro avviarci alla Pasqua attraverso un tempo di sobrietà e di ascolto, anche per noi un tempo di deserto che ricorda la grande prova, durata quarant’anni, del popolo ebraico prima della terra promessa, e i quaranta giorni di digiuno e di preghiera di Gesù nella solitudine, dopo il Battesimo.
Anche Gesù, dopo la deprivazione e la solitudine volontaria del deserto, è tentato dal diavolo, colui che divide (Matteo). Il dialogo tra l’antagonista e il Figlio di Dio rappresenta le tentazioni umane della presunzione, del possesso, del potere, che riconosciamo dolorosamente in noi stessi… E la voce del tentatore è qualcosa che spesso ci portiamo dentro, che giustifichiamo razionalmente come bisogno di felicità, come alibi per le nostre scelte.
E da uomini con Michele:
“Mi hai portato nel gelo della notte
tra storie di morte e di miseria,
su crolli di rovine umane…
Mi hai portato con te, che sei volato
dove stendono le vele i marinai
e asciugano al sole con le reti
le lacrime e gli addii. Se allaga un’onda,
mi dici che noi da sempre stiamo qui
in una storia che non basta. E che ci affonda.”
Ma scrive Agostino:” Leggevamo ora nel Vangelo che il Signore Gesù Cristo fu tentato dal diavolo nel deserto. Cristo fu certamente tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato tu. Tua infatti era la carne che Cristo aveva presa perché tu avessi da lui la salvezza. Egli aveva preso per sé la morte, che era tua, per donare a te la vita; da te egli aveva preso su di sé le umiliazioni perché tu avessi da lui la gloria. Così, egli prese da te e fece sua la tentazione, affinché per suo dono tu ne riportassi vittoria… Egli è stato tentato, ha sofferto, è risorto: così è divenuto la nostra speranza… In lui puoi vedere la tua fatica e la tua ricompensa: la tua fatica nella passione, la tua ricompensa nella resurrezione. Così egli è divenuto la nostra speranza“.
Buona Domenica
Anna e Marco