Cari amici, le letture del tempo d’Avvento si aprono con l’intensa e struggente preghiera di Isaia per la sua gente. Quegli uomini, come noi, dimenticando il volto nascosto del Signore, hanno lasciato avvizzire la loro capacità di bene, il bisogno di stringersi come figli a Dio. Parallela a questa lettura è la parabola del vangelo di Marco: il signore della casa ha lasciato ilpotere ai servi, a ciascuno il suo compito, ha ordinato al portiere di vegliare. Ha lasciato gli uomini liberi di amministrare e custodire la sua casa, così liberi da cadere nell’indifferenza e addormentarsi.
Scrive Agostino:” Vegliate dunque, perché non sapete quando verrà il padrone di casa, se la sera o a mezzanotte o al canto del gallo o la mattina, affinché, venendo all’improvviso, non vi trovi a dormire. Quel che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate. Chi sono tutti coloro ai quali si rivolge il Signore, se non i suoi eletti e prediletti che sono parte del suo corpo, il quale è la Chiesa? Non si rivolse dunque solo a quelli che lo ascoltavano parlare allora, ma anche a coloro che sarebbero venuti dopo i discepoli fino a voi e anche a noi stessi e a quanti verranno dopo di noi fino al giorno della sua venuta.” Vegliare è gettare la speranza oltre il nostro limite in un Dio che ci è Padre. E’ questo “affidarci” il senso dell’Avvento. E con le parole di Anna dedicate ad Enrico, nuovo bimbo nato ieri:
“… vorrei…
cantarti il mio canto
più lieto mentre dormi nel ritmo
del cuore, perché il tuo sbocciare
segreto è l’incanto e l’attesa
dell’avvento che viene e preghiera.”
Buon avvento
Anna e Marco
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III Domenica di Avvento 2013