Cari amici,
le sequenze della Passione, testimoniata da Matteo, segnano la scelta della croce da parte del Dio uomo.
C’è l’umanitą di tutti noi intorno a questa croce. Ci sono quelli che tacciono pur vedendo l’ingiustizia, quelli che per timore si defilano, i cinici che si dividono le vesti e quelli che fanno tacere il rimorso.
E con Anna:
“…è Pasqua d’ulivi, gettati via
da ragazzi che tornano a ballare
dimentichi del Giusto che muore.”
Gesù liberamente accetta, soffrendolo fino all’angoscia, il tradimento
degli amici, il loro rinnegarlo, il loro sonno inconsapevole.
Commenta Agostino:” Gesù si avvicina verso il luogo dove sarebbe stato
crocifisso, portandosi egli stesso la croce. Quale spettacolo! Grande
ludibrio agli occhi degli empi, grande mistero a chi contempla con animo
pio. Agli occhi degli empi è uno spettacolo terribile e umiliante, ma chi
sa guardare con sentimenti di devozione, trova qui un grande sostegno per
la sua fede…” Il paradosso della croce ci sorprende e ci sgomenta: questa
via di Dio nella carne, nel sangue, nella morte ci attraversa senza
mediazioni, ad uno ad uno, perché noi apparteniamo nella carne, nel
sangue, nell’essere a Dio.
Ancora con Anna:
“Per loro ritorna, Figlio, io sento
che è nuova Pasqua il tuo corpo d’agnello.”
Dall’abbraccio della croce, dal dolore che contiene tutto il dolore,
dall’amore, che ad ogni uomo insegna la totalitą dell’offerta di sé, nasce
la salvezza dell’uomo.
Buona Pasqua, amici
Anna e Marco