Cari amici, Gesù, volontariamente, nell’ultima cena, entra nella sua Passione, questo ultimo gesto è come il compendio di ogni sua azione e di ogni sua parola: è partecipazione, presenza, alleanza di Dio in mezzo ai suoi. Scrive Agostino: “i patimenti che il nostro Signore ha sofferto ad opera dei nemici li ha sofferti per la nostra salvezza e perché ne traessimo profitto per la vita presente, in quanto egli si è degnato sopportarli per darci un esempio di pazienza… ricordando però che egli nel suo corpo mortale non soffrì nulla per necessità ma ogni cosa fu scelta dalla sua libera volontà…”
Quale lezione per noi, alla nostra autosufficienza! Nella sofferenza del Cristo c’è la nostra, quando stentiamo ad accettare il dolore, quando ci sforziamo di capirlo per cercare di salvarci; nella preghiera ardente del Figlio c’è anche il nostro coraggio, il nostro sforzo drammatico di fronte alla sofferenza.
Le ultime parole di Gesù sono di perdono per coloro che non sanno quello che fanno… ancora e solo amore senza ripensamenti e portato all’estremo.
La storia cambierà segno perché l’ha attraversata un amore totale che trasforma in vita tutte le passività dell’uomo, perfino la morte.
E con le parole di Michele
“Dopo la notte senza fine amara
qualche parola vorrebbe consolare:
ogni sofferenza può sanare
la primavera dello Spirito. Si va
verso una Pasqua di precarietà”
Sia davvero Pasqua di Resurrezione per noi!
Buona Domenica
Anna e Marco
II Domenica di Avvento 2014