Preparate la via del Signore
SANT’AGOSTINO, Discorso 288, 2
Vi furono dei profeti prima di Giovanni, e molti, e grandi, e santi, degni di Dio, pieni di Dio, che preannunziavano il Salvatore, testimoni della verità. Nondimeno, di nessuno di loro si poté dire quel che fu detto di Giovanni: Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista. A che mira una tale grandezza inviata a precedere il Grande? Alla testimonianza di una profonda umiltà. Era tale infatti la sua potenza da poter essere ritenuto il Cristo… perché, pur tacendo da parte sua, già glielo attribuivano quanti lo ascoltavano e lo vedevano. Non era suo compito seminare l’errore, ma di incoraggiare alla fedeltà. Ma, quale umile amico dello Sposo, pieno di zelo verso lo Sposo, egli non si sostituisce, da adultero, allo Sposo, rende testimonianza all’amico suo, si fa anche premura di presentare alla sposa Colui che era il vero Sposo; per essere amato in lui, ha in orrore di essere amato al suo posto. Chi possiede la sposa – dice – è lo sposo… Ma l’amico dello sposo – dice – è lì in piedi e l’ascolta, ed è pieno di gioia alla voce dello sposo. È lì in piedi ed ascolta: il discepolo ascolta il maestro; è in piedi perché ascolta; perché, se non ascolta, cade. È un fatto che vale a garantire perfettamente la dignità di Giovanni; infatti, pur potendo farsi valere quale il Cristo, preferì rendere testimonianza a Cristo, attirare l’attenzione su di lui, abbassarsi, piuttosto che essere accolto in suo luogo e venire a mancare a se stesso. A ragione è stato riconosciuto più che un profeta. Quanto ai Profeti, infatti, che vissero prima della venuta del Signore, così dice il Signore stesso: Molti Profeti e giusti hanno desiderato vedere quel che voi vedete e non lo videro. In realtà, coloro che erano ripieni dello Spirito di Dio, per annunziare il Cristo venturo, bramavano vederlo presente sulla terra, se fosse stato possibile… A Simeone fu concesso vedere neonato il Verbo di Dio, nella carne; ma non insegnava ancora, non era ancora pubblicamente il maestro Colui che, presso il Padre, era appunto il maestro degli angeli. Lo vide, dunque, Simeone, ma neonato; Giovanni, al contrario, quando già evangelizzava, già procedeva alla scelta dei discepoli. Dove? Presso il fiume Giordano. Di là ebbe inizio infatti il magistero di Cristo. Ivi fu raccomandato il battesimo che avrebbe impartito Cristo, in quanto si assunse il compito del battesimo che doveva precedere, di preparare la via, dicendo: Preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Volle perciò il Signore essere battezzato dal servo, perché vedessero che cosa ricevono coloro che vengono battezzati dal Signore. Di qui dunque il progredire di quanto giustamente aveva anticipato la profezia: Dominerà da mare a mare e dal fiume fino ai confini della terra. Presso quel fiume dal quale Cristo dette inizio al suo dominio, Giovanni poté vederlo, lo conobbe, gli rese testimonianza. Si abbassò davanti al potente, così che, dal potente, l’umile venisse esaltato. E si presentò quale amico dello Sposo: e in che modo amico? alla pari con lui forse? Lungi da noi: di gran lunga inferiore. Inferiore di quanto? Non sono degno – disse – di sciogliere il legaccio del suo sandalo. Questo Profeta, anzi, più che profeta, meritò di essere preannunziato da un Profeta. A suo riguardo, infatti, Isaia disse ciò di cui oggi ci è stata data lettura: Voce di colui che grida nel deserto: Preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Ogni valle sarà colmata e ogni monte e colle sarà abbassato; le vie tortuose diventeranno diritte e quelle scoscese pianure; ed ogni uomo vedrà la salvezza di Dio. Grida: Che cosa griderò? Ogni uomo è come l’erba, e tutta la sua gloria come un fiore del campo: secca l’erba, il fiore appassisce, ma la Parola del Signore dura sempre. Faccia attenzione la Carità vostra. Giovanni, richiesto se fosse il Cristo, o Elia, o uno dei Profeti, disse: Non sono il Cristo, né Elia, né un profeta. E quelli: Chi sei, dunque? Io sono la voce di uno che grida nel deserto. Disse di sé che era voce. Tu hai Giovanni quale voce. Che hai quale Cristo se non il Verbo? Si fa precedere la voce perché poi sia inteso il Verbo. E quale Verbo? Ascolta chi te lo sa rivelare chiaramente: In principio – dice – era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio: Egli era in principio presso Dio. Per mezzo di lui sono state create tutte le cose e nulla è stato creato senza di lui. Se ha creato tutte le cose, anche Giovanni. Di che ci meravigliamo se il Verbo si creò una voce? Osserva, osserva l’uno e l’altra presso il fiume, e la voce e il Verbo. La voce: Giovanni, il Verbo: Cristo.
INTRODUZIONE ALLA PAROLA DI DIO
I LETTURA (Is. 40, 1-5, 9-11) Ecco il nostro Dio viene con forza e potenza. Siano colmate le valli e abbattuti i monti, sia preparata la strada al Signore perché ogni uomo veda la sua gloria.
SALMO 84 Mostraci, Signore, la tua misericordia.
II LETTURA (Pietro 3, 8- 14) Dio è paziente e lascia a ciascuno il tempo per pentirsi. Ma il suo giorno verrà e porterà per i giusti nuovi cieli e terra nuova nei quali avrà stabile dimora la giustizia.
VANGELO (Mc. 1, 1 – 8) Giovanni battezza nel deserto predicando conversione per il perdono dei peccati e annuncia l’avvento del Cristo, l’inviato del Signore che battezzerà nello Spirito Santo
LA PAROLA DI DIO LETTA DA NOI
Consolate, consolate il mio popolo, dice il Signore per bocca del profeta Isaia, perché è finito il suo dolore, perdonato il suo peccato. E’ l’esortazione piena d’amore di un Padre. Anche nel nostro tempo difficile di malattia e morte, quanti uomini e donne giusti hanno accolto, magari senza conoscerlo, questo invito consolate, curando, sostenendo, accompagnando generosamente le povertà, le fragilità disperate e la solitudine di chi chiede aiuto. Il Signore colma le nostre divisioni, acquieta le nostre angosce se solo sappiamo guardare con fiducia al di là dei nostri conflitti e del nostro ”deserto”.
Egli è il pastore che sa prendere in braccio, porta gli agnellini sul petto, regola il passo su quello delle creature più fragili e più provate, conduce dolcemente le pecore madri. Egli ci è Padre, anche quando non sappiamo o non possiamo credere, anche quando pensiamo di bastare a tutto, e viene incontro con la sua tenerezza alla nostra fragilità, con la sua forza alla nostra debolezza perché i dimenticati siano amati e abbiano sostegno, perché i forti operino nell’amore e nella giustizia. Ogni valle sia colmata, ogni monte appianato, grida la voce della profezia, Preparate la via al Signore. Questo antico grido è un invito anche per noi, ma come possiamo noi, così piccoli e provati, aprire una strada a Dio? Il Signore lascia alla libertà di ciascuno di noi di preparargli una strada, forse non la stessa per tutti, come ci insegnano le Beatitudini, ma una via per raggiungerci. Le stesse parole di Isaia sono riprese da Giovanni (Mc), l’ultimo profeta, la voce di uno che grida nel deserto. E’ un’immagine potente questa, la voce in un deserto, la voce piena di Dio della penitenza e della contemplazione, la voce “sola” di chi è inascoltato e fedele fino alla fine. Il testimone della Promessa antica che si realizza per ogni uomo in quel Gesù che scende al Giordano dice: Viene dopo di me uno che è più forte di me. Giovanni ci insegna, nell’attesa, una via di purificazione, io vi ho battezzato con acqua, per avvicinarci a Dio e annuncia il Dio che viene a noi in Cristo Gesù. Egli ci battezzerà, ci immergerà nello Spirito, ridandoci la vita, la voce per parlare al cuore di Gerusalemme. Il tempo di Dio si compie oggi per noi in ogni nostro atto d’amore, in ogni nostra scelta di giustizia e di fedeltà, in ogni desiderio di Lui, nella preghiera e nella speranza di nuovi cieli e terra nuova… nella pace (Pt). Essi già sono seminati nella nostra vita per il dono che Dio ci ha fatto del suo figlio Gesù.
a G.
Consolate, consolate il mio popolo Is.
File e fame nei bunker senza luce,
abbracci disperati e la morte,
alla fermata del tram, nelle vie
già piene di neve, nelle preghiere
spezzate d’ogni lingua sotto il cielo.
Mi aggrappo alle memorie di gioia,
alla speranza dei giovani anni
che ancora sfida le stanze vuote
d’un mondo straziato.
Rendici figlie,
sorelle, madri che il duro margine
del dolore non lacera ma innamora
a curare. Che liberi una danza
su valli colmate, su monti appianati,
un canto di madri come tua madre
a ricucire con fili di vita
nel Tuo respiro, insieme, la pace.
AT